L’esportatore abituale che acquista beni e servizi senza applicazione di IVA con dichiarazione d’intento, per un importo superiore al plafond disponibile, può sanare la situazione in tre modi: con richiesta al cedente/prestatore di effettuare una variazione in aumento dell’IVA, fermo restando, a carico dell’acquirente, il pagamento degli interessi e delle sanzioni, anche tramite ravvedimento; con l’emissione di un’autofattura, contenente gli estremi identificativi di ciascun fornitore, il numero progressivo delle fatture ricevute, l’ammontare eccedente il plafond e l’imposta che avrebbe dovuto essere applicata da versare con F24 insieme agli interessi; con l’emissione di un’autofattura entro il 31 dicembre dell’anno di splafonamento, da annotare sia nel registro delle vendite che nel registro degli acquisti e con l’assolvimento dell’IVA in sede di liquidazione periodica. Quale conviene di più?